Biotransenergetica-Il Sintomo come Alleato
Chiunque si fermi ed ascolti dentro, scoprirà che in ogni problema risiede la soluzione, in ogni sintomo dimora un Alleato, colmo di un potenziale creativo che anela ad esprimersi. Scorgerà in ogni avversità il volto benevolo dell’Esistenza, che esige con rigore le qualità da risvegliare. Riconoscerà in ogni malattia null’altro che una richiesta d’Amore (Lattuada, 2012).
La modalità di approccio al sintomo e al disturbo psichico della Biotransenergetica (Bte), è una modalità Integrale in cui, il sintomo ed il disturbo, sono considerati Alleati del processo terapeutico. Non si lotta contro di essi, poiché si riconoscono le informazioni e le potenzialità creative contenute al loro interno.
I vantaggi dei sintomi
I sintomi sono delle Risorse, che possono guidarci verso la Conoscenza di ciò che li ha prodotti e fa si che siano ancora presenti. Vengono letti tramite una visione ampia, integrale, dove non si osserva solo ciò che di dannoso il sintomo produce, ma anche quali sono i vantaggi che il mantenimento del sintomo ci porta, quali sono i nostri attaccamenti nei suoi confronti che non ci permettono di lasciarli andare.
A contatto con le informazioni contenute all’interno dei nostri sintomi e dei nostri disturbi, possiamo risalire all’origine, al momento ed al modo in cui si sono generati e potremmo accorgerci di cosa, ancor oggi, fanno per noi, quale scopo assolvono, a cosa ci servono, perché scegliamo di trattenerli.
L’approccio Bte
Così, il lavoro terapeutico, sarà mirato a contattare le potenzialità e le informazioni contenute nei sintomi e lasciare che si svelino alla nostra Consapevolezza.
Il percorso terapeutico è inteso come un processo Rivelativo e Trasformativo che, dall’esplorazione della storia biografica, conduce, attraverso l’abbandono delle identificazioni con i vissuti personali, a Dimensioni Transpersonali, regno della vera natura dell’Essere (Lattuada, 2012).
In questo processo, lo psicologo, è un facilitatore che accompagna il paziente in questo viaggio nelle profondità dei propri sintomi, dei propri blocchi, delle proprie cronicizzazioni. Il paziente è il vero protagonista di tale viaggio, sarà lui a contattare le diverse parti di sé, lasciare che si svelino e che si trasformino.
Osho: “Una volta Trasformato l’Artefice, i problemi periferici cessano”
Io non sono interessato ai tuoi problemi. Essi sono milioni ed è inutile continuare a risolverli, perché tu sei il loro creatore e resti lo stesso di sempre. Se risolvo un tuo problema, ne creerai altri dieci. Sconfiggerti è impossibile, perché il creatore resta sempre dietro le quinte. Se comincio a risolvere i tuoi problemi, spreco solo la mia energia. Io metto da parte i tuoi problemi e affronto te. Occorre trasformare l’artefice. Una volta cambiato l’artefice, i problemi periferici cessano. Ora nessuno coopera con essi, nessuno li aiuta a crescere, nessuno gode o se ne compiace. Forse ti sembrerà strano che io parli di ” piacere”, ma ricorda che i tuoi problemi ti piacciono: per questo li crei. E ti piacciono per molte ragioni (OSHO).
In linea con tale discorso, la diagnosi, può essere presente all’interno dell’approccio Bte, ma la metodologia non sarà mirata alla risoluzione del sintomo. Il sintomo è una chiave d’accesso, un confine, da cui si può entrare, dopodiché è il Processo a guidare il viaggio terapeutico, senza un obiettivo prefissato. Non stabiliamo una scaletta di marcia o dei traguardi da raggiungere, ma lavoriamo sulla connessione ai livelli del Sè, sull’accesso a Stati di Consapevolezza non ordinari in cui il Sè può guidarci e guarirci.
Approccio Integrale
Secondo le parole di Pier Luigi Lattuada, fondatore della Biotransenergetica (Anima.TV):
La medicina integrale nasce da un preciso atteggiamento di ogni essere umano nei confronti di se stesso, degli altri esseri viventi, dell’ambiente che lo circonda. Si esprime attraverso uno stato di coscienza che sappia cogliere l’unità di ogni fenomeno. Si realizza quando, medico e paziente, sanno cogliere insieme il processo unitario che li vede onde dello stesso oceano e divengono così in grado di osservare con occhi chiari; osservare cioè, se stessi, la relazione terapeutica, i “sintomi” espressi, in modo ampio e aperto, libero da schemi precostituiti o ipotesi diagnostiche.
Così facendo, il medico olistico, di fronte al suo paziente, saprà cogliere, piuttosto che l’aridità di un resoconto clinico da diagnosticare, la ricchezza di una vita e la bellezza di una storia personale. Il paziente saprà diventare medico di se stesso, entrando in contatto con i propri sintomi, che coglierà come messaggeri di abitudini cronicizzate, atteggiamenti corporei, comportamenti emotivi, processi mentali, ecc.
Entrambi deporranno le armi contro la malattia per percorrere insieme la via del cuore.
Chi sono
Sono Psicologo Clinico iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia, sez. A, al n. 7826.
Ho conseguito l’attestato di “Insegnante Mindfulness e Protocollo MBSR di primo livello”, presso il Centro Italiano Studi Mindfulness (CISM) di Roma, attraverso la partecipazione al Mindfulness Experiential /Professional Training.
Attualmente proseguo la formazione come specializzanda presso la scuola di Psicoterapia Transpersonale di Milano ed esercito la libera professione di Psicologo Clinico e di Mindful Trainer, in collaborazione con PSI.MED Palermo.
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